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Convegno FIDA a Milano

Si è svolto a Milano nei giorni dal 13, 14 e 15 novembre 2008, il XXXIII congresso elettivo della Federazione Internazionale Donne Avvocato - FIDA - (in inglese, lingua ufficiale della federazione: INTERNATIONAL FEDERATION OF WOMEN LAWYERS ), sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, con la partecipazione di oltre trecento donne, giuriste, provenienti da tutto il mondo.

Fida Milano 2008

La presidenza Europea uscente, Pirkko Koskinen finlandese - magistrato, e Giovanna Chiara, italiana - avvocato, ha organizzato il congresso FIDA a Milano, per la prima volta nella lunga vita della federazione, con l'appoggio del Centro Problemi Donna, consultorio Laico autogestito (nato a Milano negli anni settanta) e la collaborazione di diverse avvocate e giuriste italiane che hanno partecipato ai lavori congressuali, interessate ad associarsi alla Fida.

La Fida è presente in 72 Paesi del mondo, ed è organizzata con criterio assolutamente democratico: ogni due anni il congresso elegge la nuova presidenza rispettando il principio della rotazione tra le socie FIDA presenti nei cinque continenti.

Alla Presidenza Europea è dunque succeduta, eletta dalla assemblea delle delegate dei molti Paesi presenti a Milano, la Presidenza africana, nella persona di Stella Ugboma, nigeriana.

Il congresso elettivo FIDA è anche occasione istituzionale di incontro e di dibattito tra le delegazioni regionali. Questo congresso è stato dedicato a un tema di particolare importanza per una federazione di donne giuriste, in gran parte, anche mamme:

I bambini sono il futuro! Quali diritti - Quali leggi

Sede del dibattito il prestigioso Centro Congressi delle Stelline.

La lunga vasta sala era gremita di donne, giovani e meno giovani, provenienti dall'Africa, dall'India dalla Malesia, dalle Americhe del Nord e del Sud, da Taiwan, da Paesi Europei, che ascoltavano attente, prendevano appunti, si conoscevano per la prima volta, si incontravano, discutevano, si ripromettevano altri incontri e condivisione di studi e di impegni.

Sul palco, che si erge alto sopra quel pubblico di visini attenti, per la maggior parte neri, i rappresentanti delle istituzioni cittadine hanno portato il loro saluto alle congressiste: in particolare, il V. Presidente della Consiglio Regionale dott. Marco Cipriani, che ha sostenuto, la organizzazione di questo congresso a Milano.

Il Presidente del Tribunale per i minorenni, dott. Mario Zevola, ha introdotto i lavori congressuali.

Poi, due giorni fitti fitti di dibattito, di impegno, di confronto, per promuovere la "cultura dei diritti" dei bambini, con la partecipazione della dott. Mariolina Moioli, assessore alla famiglia, scuola e politiche sociali, del Comune di Milano e della senatrice Marilena Adamo. da sempre attenta alle tematiche femminili e minorili.

Dal dibattito è emerso che la nostra civiltà giuridica non pare abbastanza consapevole di quello che sostiene lo statuto FIDA quando afferma che "dal benessere delle donne e dei bambini dipende la felicità domestica e la forza della società": la frase che fa da sottotitolo al tema del congresso.

Ma è una verità che risalta nella relazione, della prof. Laura D'Odorico, rettore della facoltà di psicologia dell'Università Bicocca, con argomentazione scientifica: ogni bambino nel corso del suo primo anno di vita, sviluppa la sua capacità di comunicare con il mondo esterno, nella interazione di rapporto con la madre, e tanto più impara, quanto più la madre è competente e capace di assecondare gli interessi dei bambino.

Si evidenzia anche come gli strumenti giuridici che regolano rapporti tra adulti, troppo spesso appaiono inadeguati quando si applicano ai bambini, come la protezione dei bambini non possa prescindere dall'amore e dalla dedizione, dall'accoglienza e dalla cura fin dalla nascita e lungo i primi anni di vita, come l'affermazione dei diritti umani "fondamentali" della persona, e della persona bambino, non possono realizzarsi se non c'è pace e giustizia sociale.

Meta ancora lontana, troppo lontana in quasi tutti i paesi di questo mondo, pur globalizzato.

Lo ha detto per prima, l'affascinante signora H. E. Mrs. Oluwatyn Saraki First Lady dello Stato di Kwara - Nigeria - viso bellissimo dall'ovale perfetto, colore dell'ambra, incorniciato da un ampio e

vistoso copricapo africano colorato come il vestito che avvolge la flessuosa figura - quando ha parlato dell'impegno in Nigeria delle nobildonne come lei (che ha studiato e si è laureata a Londra e

ricopre importanti incarichi nel sociale e in politica), coinvolte a vari livelli in progetti umanitari e di sviluppo nel settore materno infantile (la prima causa di morte delle donne è la gravidanza e il parto), delle iniziative per la salute e l'istruzione delle donne e dei loro bambini con le Organizzazioni non governative e anche con la FIDA.

E vengono in mente le nobildonne milanesi che a fine ottocento avevano fondato l'Unione Femminile, di cui oggi è presidente la prof. Maria Teresa Sillano, che qui ci spiega le nuove iniziative di "genere" nella evoluzione della sua associazione.

Sheela Anisch, dal portamento regale nel suo sari azzurro e blu, avvocato dello Stato a Bangalore (India), parla degli sforzi delle avvocate indiane per contrastare il lavoro infantile, determinato dalla povertà delle famiglie e dalla misera condizione delle madri: quando le leggi, che in parte ci sono, ma hanno scarsa o difficile applicazione.

Puan Sri Saraswathy Devi, Malesiana, sorridente e volitiva, in sari nero e oro, madre di quattro figlie che hanno studiato e sono impegnate ad alto libello negli organismi internazionali, ripercorre le convenzioni internazionali per contrastare il traffico di donne e bambini che, pur sottoscritte dagli Stati, non si attuano nelle loro legislazioni

E Stella Ugboma ci da quelle fredde "statistiche", che preferiamo ignorare, che vorremmo dimenticare, ma che dovrebbero far riflettere governi e organismi che hanno potere decisionale:

- 110 milioni dei bambini del mondo, due terzi di sesso femminile, non vanno a scuola

- Nel mondo su 875 milioni di adulti analfabeti, due terzi sono donne.

- Almeno una donna su tre, anche nel mondo occidentale, ha subito una qualche forma di violenza, e spesso da qualcuno nella sua famiglia.

- Le fanciulle tra i 13 e 18 di età, costituiscono la fonte più numerosa nell'industria del sesso.

- Circa 500.000 ragazze al di sotto dei 18 anni sono vittime della tratta di esseri umani ogni anno.

- Le mutilazioni genitali femminili (MGF) colpiscono 130 milioni di bambine con rischio di vita per 2 milioni di loro, ogni anno. E questo dato è rimasto pressoché stabile con scarsi miglioramenti nel corso degli ultimi dieci anni.

- In alcune culture il riconoscimento pre-natale del sesso del nascituro, induce all'aborto delle figlie femmine. In India, per esempio, ci sono 933 donne per ogni 1.000 uomini, almeno 40 milioni di donne non nate.

- 1.400 donne muoiono ogni giorno per cause connesse alla mancata assistenza durante la gravidanza: per il 99 per cento nei paesi cosiddetti in via di sviluppo

- Nell'Africa sub-sahariana, una donna ha una possibilità su tre di morire di parto. Nei paesi industrializzati, il rischio è di 1 decesso su 4085 parti.

- Su cento milioni di rifugiati e sfollati dai vari Paesi del mondo il 35% sono donne e bambini.

Il quadro dell'accoglienza in Italia dei rifugiati e migranti spetta a Pina Sardella dell'ICEI. Ma è a monte, negli accordi tra governi che i flussi dei contributi per il contrasto alla povertà, non dovrebbero sperdersi nei rivoli della corruzione, ma essere utilizzati per evitare l'emigrazione, tanto dolorosa, quanto fonte di criminalità,

Maria Lucia Karam, magistrato Brasiliano in pensione - sessant'anni, ma l'aspetto è estremamente giovane, ci fa riflettere sul tema: " La violenza, i danni ed i dolori inerenti al sistema penale" e particolarmente riguardo al sistema penale minorile in Brasile: parla dei bambini, nati nelle favelas, fin piccolissimi visti e trattati come delinquenti, che assumono convinti quel ruolo. Usano mitragliatrici e fucili, alti quasi quanto loro stessi, come fossero i giocattoli che non hanno mai avuto. Ammazzano e sono ammazzati, ridendo.

Dei bambini reclutati come soldati nelle guerre più o meno dimenticate, parla Fosca Nomis rappresentante della ONLUS "Save the Children", che presenta uno studio della sua associazione.

E Melissa Martins Casagrande e Maureen T. Duffy, ricercatrici della McGill University, del Canada, sollecitano il potenziamento della protezione giuridica internazionale delle ragazze e delle giovani donne che sono contemporaneamente sottoposte al doppio "onere": di soldati bambini e schiave sessuali.

Le delegate FIDA all'ONU, Johanna Sterbin - magistrato dalla lunga esperienza negli organismi internazionali, e Denise Scotto, giovane avvocato di Nuova York, rappresentano la storia recente dei provvedimenti internazionali per migliorare i diritti delle donne, e conseguentemente, i diritti dei bambini. E anche del loro impegno per la FIDA nel CEDAW, il "Comitato delle Nazioni Unite per l'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione verso le Donne", in tutti i campi - civile, politico, economico, sociale e culturale: concetto proclamato a Pechino alla Conferenza Mondiale delle Donne nel 1995.

E tanti altri interventi di denuncia, di confronto, di azioni comuni che si auspica diano inizio ad una collaborazione tra la FIDA e le associazioni femminili italiane, particolarmente milanesi, se nascerà una FIDA Italia.

Perché crediamo, come donne e giuriste, che il primo diritto che va affermato per ogni bambino che nasce, è quello di avere una famiglia che lo accolga, una madre attenta ai suoi bisogni, in una organizzazione sociale e politica che persegua gli stessi obiettivi.