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Testimone oculare

25 aprile 1945: era finita la guerra  civile tra italiani. Stava per concludersi la guerra mondiale, che è stata una guerra diversa da ogni altra vissuta dall’umanità per la possibilità distruttiva delle armi,  per il fondamento ideologico razziale che l’aveva alimentata, per aver coinvolto tutti i continenti del pianeta. 

Negli anni passati, quando era ancora tra noi, nel suo piccolo, la maestra Francina  evocava le vicende  drammatiche: che aveva visto e vissuto in prima persona: testimone oculare,  lei diceva.
Quando per caso a Roma al matrimonio di un parente,  quel  10 giugno 1940  aveva ascoltato Mussolini,  che tracotante dal balcone di piazza Venezia annunciava:   “L’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria...”  C’era una gran folla osannante, ma a ben guardare tra la gente moltissimi come lei avevano la pelle d’oca e una grande terrore nel cuore. Dopo cinque giorni Milano era stata bombardata, per la prima volta. Poi ancora e ancora...

Quando  aiutava la sua mamma, “titolare” dell’Ufficio Postale di Vimercate,  quel mercoledì 11 marzo 1942 era arrivata  una donna sorridente a portare un pacco da spedire al figlio in guerra: Diceva::  “Ho ricevuto la sua cartolina, mio figlio è vivo e sta bene!”. Ma il telegrafo aveva cominciato a ticchettare e sulla strisciolina in alfabeto morse era annunciata la morte di quel soldato, di quel figlio. Erano impressi nella  mente della maestra Francina il viso sorridente di quella mamma e contemporaneamente la faccia sbiancata  dell’impiegata che riceveva il telegramma e mormorava ”Cosa devo fare?”.

Non si poteva far nulla, bisognava consegnare il telegramma ai Carabinieri che avevano il triste compito di portare alle famiglie queste drammatiche notizie.
Quando aveva visto il cadavere di suo cugino Guido, trafitto dalle fucilate quella domenica del 9 dicembre 1944. Guido aveva aderito ai repubblichini, ma poi si era pentito e solidarizzava con i partigiani. Sui muri di Bernareggio avevano scritto “Guido, non compirai i vent’anni!”. Mancava un mese al compleanno e dalla torre campanaria qualcuno gli aveva sparato, mentre attraversava la piazza.

Era stata testimone oculare quando aveva assistito alla fucilazione di Farinacci, nella piazza del Comune di Vimercate, contro il muro che c’era dove poi è sorto il palazzo che ospita  la banca Intesa. La gente assisteva piena di odio per quel gerarca fanatico della guerra,  amico dei tedeschi, che aveva introdotto le leggi razziali,  Era il 28 aprile 1945, Farinacci aveva preteso di essere fucilato al petto, ma non gli era stato consentito. I soldati lo hanno colpito al petto la secondo volta quando si era rigirato gridando “Viva l’Italia!”
Ma quale Italia? aveva pensato la maestra Francina.
Un’Italia  distrutta dai bombardamenti selvaggi, dilaniata dalla guerra civile, che ripagava con moneta d’odio il duce e i suoi gerarchi, autori politici di tanto disfacimento.

Eppure l’Italia è risorta nella Costituzione che ha prefigurato una repubblica democratica che si dava il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Ed è risorta l’Europa che si avviava ad una unificazione, ciascuno Stato rinunciando a un po’ di sovranità per investire nella pace comune.

Anche le celebrazioni di quest’anno ricorderanno quei tempi drammatici che pare appartengano alla storia antica e alla vita quotidiana di passati tempi duri. 
I nostri giovani  sono nati nella pace.  Tuttavia, oggi  stanno  combattendo una guerra diversa,   insidiosa,  subdola, non con armi cruente, ma contro le armi della finanza che arricchisce i pochi,  corrompe i molti,  immiserisce chi vuole lavorare.
E  ci sono anche i giovani dei Paesi al di là del mare,  che combattono guerre civili cruente e muoiono nel difficile parto di una loro democrazia.

In questa ricorrenza di “liberazione” nativi e migranti di buona volontà  possono progettare un futuro di pace per tutta l’umanità, adesso che il mondo è diventato un villaggio globale?.
Ciascuno di noi è testimone oculare dei suoi tempi.
Cerchiamo di vedere quello che accade, cerchiamo; tutti assieme, di essere motori di tempi migliori per i  nostri figli.

Le grandi ingiustizie si combattono a cominciare dalle piccole cose.

 

Giovanna Chiara