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Femminismo e movimenti femminili nei partiti politici in Italia - 20

PARTE QUARTA - LA CRISI DEI PARTITI E LE QUOTE ROSA

Capitolo 3 - L' inchiesta detta “Mani Pulite”

LUCIA

Nell’Italia repubblicana si sono verificati scandali corruttivi che hanno coinvolto alcuni personaggi politici e rovinato la loro carriera. Ma questa volta le indagini della Magistratura sulla corruzione e sul finanziamento occulto del partiti si sono approfondite e diramate e hanno investito i partiti la loro dirigenza. Era la prima volta in Italia e, forse, nel mondo, che la Magistratura era in grado di svelare il sistema della corruzione della politica; sembrava in grado di perseguire i potenti, con le “leggi uguali per tutti”.

E questo ha provocato la deflagrazione dei partiti che si erano consolidati nel potere economico finanziario attraverso la corruzione, Anche perché il sistema finanziario che foraggiava la corruzione ed i partito era in crisi. Difatti, tra il 1991 e il 1995 la lira aveva perso quasi un terzo del suo valore esterno, cioè la sua quotazione media sui mercati del cambio.  Ma la gente non se ne accorgeva perché curiosamente il potere di acquisto dei consumatori italiani (valore interno) si era ridotto solo di un sesto, come emerge da alcune analisi.

In questo contesto, i giudici andavano accertando che i partiti di governo finanziavano sistematicamente i loro apparati, veicolo del consenso, in modo illegale. Ed è emersa, in modo eclatante, la diffusione generale della corruzione di “personaggi” della finanza che ottenevano favori dalla politica.

La Magistratura poteva perseguire questa illegalità, perché di era consolidata la sua indipendenza dal potere politico.

I mass media che hanno battezzato “mani pulite” l’inchiesta hanno avuto peso determinante nel rendere pubblico il sistema corruttivo, che, peraltro, molti sperimentavano quando avevano rapporti con la pubblica amministrazione, ma non osavano denunciare. La gente manifestava nelle piazze a favore dei giudici.

Per merito (o demerito) della stampa e soprattutto della televisione sono arrivati nelle nostre case i volti di corrotti e corruttori, di personaggi importanti in manette come un delinquente qualsiasi.
Si vedevano i segretari di partito, ritenuti intoccabili, che alle udienze dei processi per corruzione rispondevano con difficoltà.  Erano familiari i volti dei giudici che dirigevano le inchieste.

E i giudici che diventavano personaggi, protagonisti, sembrava che aprissero una nuova stagione di trasparenza e pulizia politica.

Sfuggiva a mani puliti il partito comunista, che era in crisi, ma per diverse ragioni: doveva fare i conti con il crollo della ideologia comunista simbolicamente rappresentata dalla “caduta del muro di Berlino” (9 novembre 1989).

Attraverso dolorose scissioni interne, il partito di massa per eccellenza, cercava di darsi un nuovo corso, molto difficile.

Anche se veniva toccato poco da “tangentopoli” perché meno aveva a che fare con la corruzione interna e trovava i suoi finanziamenti altrove, doveva render conto della ideologia comunista che lo aveva sostenuto e crollava miseramente.