Loading...

Immagine

a sorella di Freud

di: Goce Smilevski
Editore: Guanda
Pagine: 334
Recensione di: Marina Mariani dal libro di Goce Smilevski

Il Romanzo La sorella di Freud è considerato un caso letterario per come si è imposto all'attenzione del pubblico dei critici e dei lettori. Viene pubblicato in Macedonia nel 2007 un  estratto del romanzo  appare nel 2010 in The Best European Fiction 2010.   

L' originalità della storia, la particolarità dell' intreccio e la struttura narrativa fanno si che il romanzo fosse acquistato in un' asta Peguin per il mercato anglosassone e americano e che, in poco tempo, venisse acquistato in altri paesi europei. In Italia viene pubblicato nell'ottobre del 2011. Goce Smilevski è nato a Skopje nel 1975 lavora all'Istituto di Letteratura alla Ss. Cyril and Methodius University di Skopie.

Attraverso la voce di una delle quattro sorelle di Freud, percorriamo gli anni precedenti le due guerre e assistiamo al nascere delle avanguardie artistiche, e delle filosofie inerenti "la volontà di rappresentazione" tra i maggiori pensatori dell'epoca. La struttura del Romanzo ruota su una semplice domanda: Come mai nella lista dei propri cari che Sigmund Freud compilò, avendo il privilegio di fuggire all'estero, non sono state incluse le anziane sorelle: Marie, Rosa, Pauline e Adolfine?

La voce di Adolfine deportata al campo di Terezin, ripercorre il disagio civile, sociale, familiare e relazionale dell'epoca.  Qui sta l'innovazione, meta riflessiva elaborata dall'autore,  che consente al lettore attraverso la fragilità di una giovane donna, di scoprire la banalità del male.

Le pagine del romanzo si aprono sui giorni che precedono la deportazione delle quattro sorelle di Sigmund Freud e il lettore è da subito gettato nel sottile intreccio affettivo che lega Adolfine, la più piccola delle quattro sorelle a Sigmund Freud. Dai sussurri in un notte incerta siamo condotti alle soglie dell’orrore con il semplice enunciato di Pauline, una delle quattro sorelle: “ Questa è la fine dell’Europa"..

Ci ammazzeranno come cani….. l’obiettivo dell’autore indirizza lo sguardo su delle camionette, da cui scenderanno alcuni soldati tedeschi per caricare le due sorelle su un camion già colmo di gente spaventata. Saranno condotte in un parco di Vienna per essere oggetto di minacce e scherno. Goce Smilevski ci conduce da spazi intimi, attraverso cerchi concentrici sempre più ampi, a scoprire la città: Vienna a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Il buio avvolto nella foglia d’oro dell’ “epoca della Ringstrasse“.

Da questa città cosmopolita emergeranno passo dopo passo la mal celata tolleranza verso gli ebrei provenienti da est, la miseria, la fobia del diverso, l’oppio dei popoli che non è solo la religione ma anche la violenza che si cela all’interNo delle mura familiari e il commercio sessuale. Sopra tutto questo, l’incessante domanda che Adolfine rivolge al fratello Sigmund  “E se il senso della vita fosse la bellezza?”

A Venezia , prossimi alla fine, di fronte alla Madonna del Bellini Sigmund risponde: “Ecco, questo si aspettano le persone dalla religione, la protezione dei genitori”—“Protezione” sussurra Adolfine – Sigmund: “Esattamente questo: protezione! Si aspettano che la religione li protegga come i genitori li hanno protetti quando erano bambini. La religione è una serie di immagini scaturite dalla necessità di rendere sopportabile l’impotenza umana, create dal materiale dei ricordi della nostra infanzia e dell’infanzia del genere umano”.

Si aprirà tra i due un dialogo a più livelli, sottile come una ferita amorosa che non vuole guarire. Dialogo che consentirà all’autore di elaborare e scrivere un nuovo punto di vista su che cosa è o può essere la pazzia ma anche sulla dislocazione logica che ha consentito a Freud di inventare l’inconscio, distogliere lo sguardo sulla violenza familiare ed elaborare una via di fuga dalla fine dell’esistenza.