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Qual era l'atteggiamento del fascismo verso la donna? Più che dalle parole, cerchiamo di ricavarlo dai fatti. Nel 1927 i salari femminili vennero ridotti alla metà di quelli corrispondenti maschili, che avevano già subito una forte riduzione. Altro che salario eguale per lavoro eguale, come diceva il vecchio slogan femminista! Il lavoro della donna valeva esattamente la metà di quello del suo collega, ed era già molto se non le veniva tolto del tutto. Infatti secondo l'ideologia fascista la sua "missione" era una sola, come ricordò più volte Mussolini nei suoi discorsi: quella di "far figli, molti figli, per dare soldati alla patria".

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La guerra divampò in Europa nell'agosto 1914, ma l'Italia ne rimase fuori per quasi un anno. In quel periodo le donne fecero sentire la loro voce, gridando "pane e pace" nelle strade e nelle piazze, partecipando a manifestazioni e cortei anti-interventisti. Era ancora troppo fresco il ricordo della guerra di Libia, nel 1911, perché esse non sapessero cosa volesse dire quella follia micidiale che strappava loro mariti e figli. Alla loro azione si affiancava quella dei sindacati, che organizzavano grandi scioperi contro il rincaro dei prezzi e la scarsità dei generi alimentari.