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La vulvodinia

Con il termine vulvodinia si fa riferimento ad un dolore urente localizzato nell'area vulvare e persistente da almeno 3 mesi.
Questo termine racchiude una varietà di condizioni cliniche vulvari.

A seconda della localizzazione del dolore si distinguono:

- vestibulite vulvare: la più frequente, con interessamento del vestibolo vaginale
- clitoralgia
- zone più limitate delle grandi e piccole labbra, sopratutto se secondaria ad episiotomia

Il dolore può essere avvertito spontaneamente, senza alcun contatto, oppure essere provocata da un contatto fisico (penetrazione durante il coito, indumenti stretti, speculum ginecologico, assorbente, etc.), nel quale caso si parla di vulvodinia provocata.

Spesso le due forme, spontanea e provocata coesistono. Descritta per la prima volta nel 1880 da I.G. Thomas, questa sindrome interessa oggi, il 15% della popolazione femminile. La prevalenza è spesso sottostimata sia per un ritardo della diagnosi sia per la mancata presa di coscienza del problema da parte della donna.

QUALI SONO LE CAUSE?

Attualmente non ci sono cause certe, ma una serie di fattori predisponenti alla base di questa sindrome.
Tra essi si ricordano: fattori biologici (infezioni ricorrenti, fattori ormonali, neurologici, muscolari ed anatomici); fattori psicosessuali (vaginismo, disturbi del desiderio); fattori relazionali.

COME VIENE DIAGNOSTICATA?

La diagnosi di vulvodinia viene svolta attraverso un accurato colloquio per la raccolta della storia clinica e con un approfondito esame fisico.
La localizzazione e le caratteristiche del dolore sono elementi che permettono di risalire ai fattori scatenanti.

QUALE TERAPIA SCEGLIERE?

La vulvodinia è un disturbo che interessa non solo il piano fisico, ma ha ripercussioni anche sul piano psicologico, sessuale e relazionale.
Per questo il trattamento deve essere visto in senso olistico e deve tener conto dell'eterogeneità dei fattori scatenanti.

La scelta terapeutica prevede un approccio multidisciplinare ed integrato

Terapie attualmente in uso:

- terapia farmacologica
- TENS (stimolazione nervosa elettrica transcutanea), diversi studi ne hanno confermato l'efficacia e la buona risposta
- iniezioni nei trigger point (tossina botulinica, anestetici, cortisonici)
- trattamento chirurgico
- trattamento fisico se presente ipertono del muscolo elevatore dell'ano

Prima di ogni trattamento la donna dovrebbe essere informata sulle misure preventive da adottare nella vita quotidiana al fine di ridurre l'irritazione vulvo-vaginale.

Come ostetrica ed esperta del pavimento pelvico, nel trattamento della vulvodinia mi occupo di:

- informare la donna sulle modificazioni dello stile di vita
- identificare e trattare con approccio integrato e multidisciplinare la vulvodinia
- eseguire TENS e terapia fisica

Monica Fagioli, Ostetrica al Consultorio Centro Progetti Donna
Esperta in riabilitazione del pavimento pelvico - iscritta all'Associazione VIVA - Vincere Insieme la Vulvodinia