Spazio aperto
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In occasione del Primo Maggio nel 1910, si lanciò un altro appello, invitando operai e contadini a unirsi alla lotta delle loro mogli, figlie e sorelle, per ottenere insieme un suffragio veramente universale, tale cioè che non escludesse più nessuno (ne le donne ne gli analfabeti). Si riportava anche una frase di" Filippo Turati: "Le donne che lavorano come voi sono uomini". Ed anche se questo voler assimilare a tutti i costi la donna all'uomo, per poterle riconoscere un diritto che essa ha come essere umano, non sarebbe piaciuto alle femministe di oggi, certamente allora ebbe il suo effetto.
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Da quel primo congresso femminista allo scoppio della "grande guerra" passano solo sette anni, ma sono anni intensi per il movimento, che sembra quasi voler riguadagnare il tempo perduto. Infatti in altri paesi, particolarmente in Inghilterra, la battaglia per il voto è entrata nella fase calda e le famose suffragette sono decise a tutto, persino a morire di fame nelle prigioni. In Italia, però, non ci furono episodi così cruenti. La lotta si svolgeva sul piano delle idee, delle discussioni, e attraverso la via parlamentare.
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Da quel primo congresso femminista allo scoppio della "grande guerra" passano solo sette anni, ma sono anni intensi per il movimento, che sembra quasi voler riguadagnare il tempo perduto. Infatti in altri paesi, particolarmente in Inghilterra, la battaglia per il voto è entrata nella fase calda e le famose suffragette sono decise a tutto, persino a morire di fame nelle prigioni. In Italia, però, non ci furono episodi così cruenti. La lotta si svolgeva sul piano delle idee, delle discussioni, e attraverso la via parlamentare.
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Nel febbraio del 1906, sul giornale La Vita apparve un appello di una giovane dottoressa, che più tardi doveva diventare famosa, Maria Montessori. Nell'appello s'invitavano le donne italiane a iscriversi nelle liste elettorali politiche, giacché nessuna legge lo vietava espressamente. Come si ricorderà, qualcosa di simile era avvenuto in America nel 1868 e aveva suscitato grande scandalo, ma aveva segnato anche un grande successo. In Italia, dunque, si verificò all'incirca la stessa cosa, perché ormai anche qui l'opinione pubblica era matura per affrontare il problema del suffragio femminile.
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Purtroppo la maggior parte delle riviste femminili di fine Ottocento erano dello stesso genere, come è facile intuire dai loro nomi: La madre cattolica, La famiglia cattolica, La figlia dell'Immacolata. Sono riviste che esaltano "lo spirito di sacrificio" e "l'eroica missione tra le pareti domestiche", dando inizio a tutta quella serie di luoghi comuni, tipo "angelo del focolare", che hanno avvolto la donna in una rete sottile di retorica, da cui ancora oggi fa fatica a liberarsi. Nello stesso tempo quelle pubblicazioni cercano di tenerla lontana dal lavoro fuori casa, e in particolare da ogni desiderio di rivendicare i propri diritti, con la minaccia di un inferno sempre pronto a spalancarsi ai loro piedi nell'aldilà.
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